Ritrovato un libro di incantesimi di 3.500 anni fa per guidare i morti nell’aldilà

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I più ricchi potevano scegliere gli incantesimi da includere, rendendo ogni pergamena unica


Durante gli scavi in un antico cimitero risalente a 3.500 anni fa, gli archeologi hanno rinvenuto un antico manoscritto egiziano noto come il “Libro dei Morti”, contenente incantesimi concepiti per guidare i defunti nell’aldilà. La lunghezza del rotolo è stata approssimata tra i 13 ei 15 metri, ed era prassi seppellire tali manoscritti all’interno delle tombe. Mentre trovare una copia del “Libro dei Morti” non è insolito, è straordinario trovarne uno ancora collocato nella sua tomba originale.

Gli incantesimi all’interno del rotolo erano considerati una sorta di “assicurazione di viaggio” sovrannaturale. Oltre al manoscritto, nel sito archeologico risalente al Nuovo Regno, compreso tra il 1550 e il 1070 a.C. circa, sono emersi numerosi altri tesori. Tra le scoperte degne di nota figurano mummie, ritenute appartenenti a funzionari di alto rango, alcune delle quali erano conservate nei loro ornati sarcofagi di pietra e si presentavano in uno stato di conservazione notevole. Tra gli altri reperti spiccavano rari vasi canopi di alabastro, utilizzati durante il processo di mummificazione per custodire organi di rilevanza spirituale, oltre a migliaia di amuleti.

L’origine di questa tradizione affonda nelle credenze che circondavano il complesso viaggio verso l’aldilà. Il complesso insieme di istruzioni, collocato accanto al defunto nella tomba, aveva lo scopo di agevolare lo spirito nel trovare la strada. Tuttavia, questa pratica era costosa, richiedendo che il nome del defunto fosse scritto sulla pergamena affinché fosse efficace. Alcune pergamene seguivano uno schema in cui era possibile aggiungere il nome del defunto in uno spazio vuoto. I più facoltosi, invece, avevano il privilegio di selezionare gli incantesimi da includere, conferendo a ciascuna pergamena un carattere unico.