Come le streghe sono passate da guaritrici quotidiane a eretiche e donne pericolose sotto il dominio cristiano

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La definizione di strega è cambiata nel corso della storia, e per comprenderla dobbiamo analizzare il concetto di magia e il suo utilizzo nel tempo e nello spazio.

Nelle fasi iniziali della storia, la magia era considerata un potere intrinseco ai guaritori, agli sciamani e ai leader religiosi di diverse culture. Questi individui avevano la capacità di superare le limitazioni naturali e di influenzare il mondo in modi inspiegabili. Nei vari villaggi, coesistevano figure con ruoli che combinavano pratiche mediche e sacerdotali.

In quei tempi, non c’era una distinzione netta tra magia benevola e malevola, poiché entrambe erano considerate manifestazioni della stessa forza. La magia poteva essere utilizzata per benedire o maledire, a seconda delle circostanze. Se qualcuno veniva percepito come un utilizzatore malevolo della magia, poteva essere etichettato come “strega”, soggetta a processi locali, pentimento forzato, esilio o persino condanna a morte in base alla gravità dei presunti crimini.

Tuttavia, fino a quel momento, l’accusa di stregoneria non era generalizzata, e la maggior parte della società non vedeva la magia in termini esclusivamente negativi. Ciò iniziò a cambiare in Europa durante il periodo medievale, quando emerse una nuova scienza teologica conosciuta come “demonologia”. Gli ecclesiastici cristiani del XV secolo svilupparono la demonologia, presentando una visione unica del funzionamento del cosmo e della volontà di Dio.

Secondo i demonologi, la stregoneria non era più semplicemente magia benevola deviata, ma una pratica deliberatamente impegnata nel male, in contrasto con la chiesa. Questa visione dualistica del mondo portò a una netta separazione tra il divino e il maligno, con la stregoneria associata al lato oscuro delle forze soprannaturali.

Nel mondo immaginario del XV al XVIII secolo, popolato da maledizioni, benedizioni, angeli, demoni, fantasmi e spiriti, la demonologia negò la dimensione soprannaturale del Dio cristiano, considerandola diversa dalla magia. Le azioni miracolose dei sacerdoti cristiani non erano classificate come magia, ma come manifestazioni della verità religiosa.

Questa visione dualistica influenzò profondamente la percezione della stregoneria. I cristiani, divisi dalle tensioni della Riforma, si consideravano a vicenda eretici, avversari di Dio e del popolo. La stregoneria divenne un capro espiatorio in questa guerra culturale, portando a processi di massa contro presunti praticanti della stregoneria.

Le accuse di stregoneria si concentravano spesso sulle donne. La figura di Eva, associata al peccato originale, influenzava la visione degli uomini di chiesa nei confronti delle donne come ribelli pericolose. La misoginia giocava un ruolo cruciale, alimentando la paura e l’odio verso le donne accusate di stregoneria.

Gli uomini di chiesa, spesso celibi, diffidavano delle donne, considerandole facilmente corrotte dalle influenze demoniache. La figura mitica di Eva, sedotta da Satana, fu trasposta sulle donne del XV secolo, viste come aperte alle seduzioni demoniache. Le donne diventarono quindi il bersaglio principale delle accuse di stregoneria, poiché il diavolo poteva offrire loro aiuti pratici in cambio delle loro anime.

L’associazione tra stregoneria e donne povere, emarginate o considerate ribelli contribuì a alimentare le accuse. La paura del potere magico nelle mani di individui privi di potere nella società portò a processi ingiusti e al proliferare delle denunce.

Nei tribunali, le donne accusate venivano spesso costrette a confessare sotto tortura o intimidazione. Le accuse variavano, spaziando dalla partecipazione a raduni di streghe a pratiche oscure come adorare il diavolo, saccheggiare tombe e commettere omicidi rituali. La demonologia, anche se priva di prove fisiche concrete, influenzò profondamente le indagini e i processi contro le presunte streghe.

In conclusione, la trasformazione della percezione pubblica della stregoneria nel XV secolo fu plasmata dalla demonologia, dalla misoginia e dalle tensioni religiose della Riforma. Le donne diventarono il principale bersaglio delle accuse di stregoneria, portando a processi ingiusti e persecuzioni basate su credenze infondate. La stregoneria divenne un capro espiatorio in un periodo di conflitti culturali e divisioni religiose.