Un’indagine sulle Pratiche Occulte che Affascinano la Sicilia, tra Passato e Presente
Gli avvenimenti oscuri degli ultimi mesi hanno evidenziato un notevole interesse per l’occultismo all’interno della comunità siciliana.
Il caso di Altavilla ha rivelato alla pubblica opinione non solo un mondo sotterraneo di fedi, sette e credenze religiose votate alla lotta contro il male in modi discutibili, ma ha anche evidenziato come la regione Sicilia sia da sempre coinvolta in questi fenomeni, che si ripresentano ciclicamente nel corso dei secoli.
Per comprendere la tolleranza di sempre nei confronti della magia nella nostra società, è sufficiente osservare la presenza nelle nostre città di figure oscure come maghi, santoni, guaritori, cartomanti e presunti esorcisti non riconosciuti da alcuna autorità ecclesiastica.
Giulia Tofana, conosciuta come la vecchia dell’aceto, inventrice palermitana di uno dei veleni più celebri della storia, fu condannata a Roma nel 1651 per aver avvelenato più di 500 uomini con le sue pozioni magiche e per aver praticato arti magiche.
Ma la presenza di guaritrici e fattucchiere nella nostra Isola non si è mai interrotta. Lo conferma un vecchio documentario della RAI del 1981, parte del programma “Parole in Sicilia: Fatti e personaggi”.
Negli anni ’70 e ’80, Palermo era ancora visitata da presunte maghe e guaritrici popolari, chiamate dalle famiglie per allontanare la morte, il diavolo o le malattie dalla loro abitazione.
Queste figure ambigue, a metà strada tra le streghe delle Doñas de fuera e le santone truffatrici, sopravvivevano in un contesto di civiltà relativamente elevata, come quello presente nella Palermo dell’epoca, grazie al folklore religioso, alla povertà estrema e all’ignoranza diffusa in tutte le classi sociali riguardo alla trasmissione delle malattie e ai sintomi di alcune patologie psichiatriche.
Come ha chiarito la maga intervistata nel documentario della RAI, che usava lo pseudonimo di Marta, il suo obiettivo non era tanto guarire i clienti, ma rivelare malattie che gli altri non vedevano e rimuoverle grazie ai suoi poteri psichici, alla fede e alla religione.
Queste parole straordinarie ricordano molto le dichiarazioni contenute nei messaggi del ragazzo di Altavilla, che raccontava ai suoi compagni di assistere al tentativo del padre di “guarire la madre” dal maligno, con l’aiuto di due presunti esperti di esorcismo.
Per anni, le città sicialiane sono state un polo d’attrazione per queste figure, e forse è giunto il momento di capire perché.
Cosa spinge ancora oggi le persone a ricorrere alla magia, all’esorcismo e a spendere ingenti somme di denaro per far parte di una setta?
Perché le streghe esercitano ancora un fascino così forte su gran parte della popolazione?
Forse non è la solitudine, derivante dall’instabilità economica e dalla frenesia della vita quotidiana, a spingere molte persone a cercare conforto in vecchi miti che promettono potere e benessere a chiunque voglia sfruttarli?
Basta guardare chi si rivolge a questi maghi e auto-proclamati esorcisti per capire che la maggior parte delle vittime di questi miti sono individui solitari, traumatizzati da eventi che hanno sconvolto le loro vite, alla ricerca di conforto o di spiegazioni soprannaturali per andare avanti.