Questo dolce storico ha legami con il folklore e il soprannaturale.
Prima dell’avvento delle moderne tavole al burro e delle candele profumate, gli stregoni e i pagani dell’America coloniale si deliziavano con un dessert magico noto come “burro delle fate”. Questo dolce dorato, che ricordava fili di luce, accompagnava pani dolci come scones, pan di zenzero e torte imponenti, trasformando la tavola in un luogo di incanto e mistero.
Il burro delle fate richiedeva solo quattro ingredienti: tuorli d’uovo, acqua di arancia o di rose, zucchero e burro appena sbattuto. Con questi ingredienti, i maghi culinari potevano creare un piatto delizioso e affascinante in un battito di ciglia. Molte di queste ricette venivano dai libri di cucina inglesi dell’epoca, inclusi quelli di Richard Briggs e Charles King, che erano tesori rari per coloro che cercavano di portare un tocco magico alla loro tavola.
Il burro delle fate non era solo un piatto gustoso, ma aveva anche una forte connessione con il mondo magico. I funghi gelatinosi, spesso considerati il cibo preferito delle fate e delle creature magiche, possono aver ispirato il nome “burro delle fate”. Questi funghi, con la loro forma e il loro colore arancione brillante, ricordano la magia e il mistero delle fate e dei troll delle leggende. Da li i vari nomi “burro della strega” e persino “burro dei troll”. Questo fungo gelatinoso, a cui è stato dato il nome scientifico Tremella auranta dal micologo tedesco-americano Lewis David de Schweinitzbright, ha una tonalità arancione brillante e una forma non dissimile da quella di un piccolo cervello. I funghi gelatinosi sporgono su qualsiasi cosa, dai rami degli alberi morti nelle foreste alle pareti umide delle miniere, entrambi luoghi noti di calpestio di molte creature magiche.
Il burro delle fate cresce in tutto il mondo, ma gran parte della sua tradizione proviene dall’Europa. Un libro sul foraggiamento, “The Fungal Pharmacy: The Complete Guide to Medicinal Mushrooms and Lichens of North America” di Robert Rogers, approfondisce l’associazione del burro fatato con il fuoco e i troll in Svezia. La vigilia di San Giovanni, celebrata fin dal VI secolo, un tempo prevedeva di gettare il fungo in fuochi composti da nove diversi tipi di legno per contrastare gli spiriti maligni. Quando gli agricoltori trovavano il burro delle fate vicino ai loro animali da fattoria, lo bruciavano per tenere lontani i troll dal loro bestiame.
Anche gli ingredienti della ricetta hanno associazioni con il mondo magico, in particolare il burro, che era un alimento base agricolo ricco di folklore. Centinaia di anni fa, zangolare il burro era un lavoro ambito e complicato. A differenza della produzione odierna di burro, gli agricoltori europei sfornavano il burro solo per tre mesi all’anno e conservavano il resto in cocci con strati di sale.
Per proteggere il burro dalle interferenze delle fate e per evitare che si rovinasse, i burrieri invocavano il potere dell’acqua santa e indossavano ghirlande fatte di sorbo. Nel libro della folclorista irlandese Lady Gregory del 1920, “Visions and Beliefs in the West of Ireland”, ella registra la convinzione che i burrieri dovrebbero sempre “spruzzare qualche goccia di acqua santa intorno alla zangola e [mettere] un carbone ardente sotto di essa”. Questo, secondo la tradizione, avrebbe dovuto essere fatto sempre, come si faceva nei vecchi tempi, per evitare che altri toccassero il burro. Solo con l’avvento del separatore del latte nel XIX secolo, la produzione di burro si razionalizzò e questo folklore incentrato sul burro cominciò a svanire.
Il burro delle fate è un dolcetto delizioso, ma che dire del fungo stesso? Per molto tempo si è pensato che il burro delle fate non fosse commestibile per gli esseri umani a causa della sua forma misteriosa e del colore arancione brillante e allarmante. Da allora questa teoria è stata sfatata e oggi i libri di raccolta ritengono che la maggior parte dei funghi gelatinosi siano commestibili.
Anche la preparazione del burro era un atto di magia. Gli agricoltori europei, desiderosi di proteggere il loro burro dagli spiriti maligni, usavano l’acqua santa e indossavano ghirlande fatte di sorbo durante la produzione. Questi rituali antichi erano una parte importante della produzione di burro e riflettevano la profonda connessione tra cibo e magia.
Oggi, possiamo assaporare un assaggio di questa magia preparando il burro delle fate a casa. La ricetta di Hannah Glasse, che ho adattato qui sotto, è un modo semplice per portare un po’ di incanto nella tua cucina. Con ingredienti comuni e un pizzico di creatività, puoi creare un piatto che ti farà sentire come se fossi seduto alla tavola di una fata.
Burro delle Fate
Ingredienti
- 2 uova
- 1 cucchiaio di acqua di arancia o di rose
- 2 cucchiaini di zucchero 4 once di burro (1 panetto), leggermente ammorbidito
- Guarnizioni (fiori commestibili, erbe aromatiche, ecc.)
Istruzioni
In un pentolino, fai bollire due uova. Dopo averle raffreddate completamente in acqua ghiacciata, sbucciarle e separare gli albumi dai tuorli. Usando un mortaio e un pestello, schiacciate insieme i tuorli d’uovo, l’acqua dei fiori e lo zucchero fino a ottenere una pasta fine. Aggiungere il burro e mescolare bene. Prendere un colino e usare un cucchiaio grande per spingere il burro attraverso i fori su un piatto come dei fili. Decorare con fiori commestibili o altre guarnizioni e servire.
La magia del burro delle fate va oltre il suo gusto delizioso. La sua storia è intrecciata con antiche credenze e pratiche, che lo rendono un simbolo di connessione con il mondo magico. La sua preparazione era un atto di magia culinaria, che coinvolgeva ingredienti comuni trasformati in una prelibatezza incantata. Preparare il burro delle fate oggi è un modo per celebrare questa antica tradizione e portare un po’ di magia nella tua cucina.